Ho aggiunto questa pagina per inserire pensieri, confessioni personali, citazioni e considerazioni di varia natura . Una sorta di blog intimo; appunti meditativi sul perchè sono un artista, sul percorso e sulle scelte che ho intrapreso.
Spero che tutto possa aggiungere chiarezza alla visione delle mie opere e magari siano di suggerimento per chi sceglie la mia stessa strada.
Da quando ho cominciato a dipingere, ho affiancato alla mia attività "manuale" la curiosità per la ricerca della conoscenza.
Maturando le due ricerche esse si sono sovrapposte durante il cammino.
Considero questa una conquista in quanto, ancora di più, ho compreso di come ARTE e CONOSCENZA, pretendano un importante rinuncia: quella di tener fuori il proprio EGO dalla produzione artistica. Comprendere ciò, e parlo di comprensione intima, permette una completa libertà espressiva capace di leggerezza creativa. Naturalmente bisogna armarsi di una buona dose di...presunzione. E la presunzione è così elevata che ti elegge al grado di "Maestro"!!
Quando si diventa un "Maestro"?
Si è maestri quando di ogni materia, materiale, cose e pensieri non si conoscono più resistenze e di esse si può fare ogni cosa.
Io mi definisco un artigiano che crea cose uniche. Sono interessato alla produzione della bellezza e alla contemplazione della bellezza esistente, universale, fuori e dentro di me. Ritengo di essere un mezzo stesso della bellezza, la sua mano, un piccolo ingranaggio nell'unicità del miracolo universale.
E più mi disapproprio di ciò che realizzo, più si affina il contenuto estetico dell'opera.
Per riempirti, devi avere l'accortezza di svuotarti. Niente deve ristagnare dentro te. Le tue stesse cellule nascono e muoiono in poco tempo.
Non esistono tecniche creative. La libertà è l'utensile primo, il più importante e l'intuizione di come usarla è il più grande dono.
Al di là delle idee di giusto e sbagliato, vi è un vasto campo.
Come vorrei incontrarvi là! Quando colui che cerca, raggiunge quel campo, si stende e si rilassa: là non esiste credere o non credere
Rumi
Vivere creativamente vuol dire essere liberi, possedere solo una piuma e farla diventare una mongolfiera, una pietra e creare un nuovo pianeta, salirci sopra e gareggiare con le nuvole. La creatività, amico, non ha bisogno di nulla, ti è sempre affianco, non tradisce mai, basta tenderle la mano ed accarezzarla. Già questo ti offre la possibilità che puoi entrare nella porta del sogno ed uscirne quando vuoi.
Per chi si domanda sul mio credere, rispondo con le parole di Rumi:
"Voi che andate in cerca di Dio, cercate inutilmente, perché Dio è voi! Perché cercate colui che è sempre a fianco?"
Non sono religioso, in quanto non credo nel potere dell'uomo e nei suoi fondamenti dogmatici.
Faccio mia questa citazione del poeta Gottfried Benn: "L'essenza dell'arte è riservatezza infinita." Aggiungo inoltre che la condizione migliore per creare è il silenzio di una caverna priva di... specchi
Una contraddizione che suggerisce una grande verità: non credo sulla apparente forza innovatrice dell'arte e del pensiero umano in generale.
La storia ci-mi insegna che montagne di libri non sono riuscite a cambiare di una virgola la povertà della condizione umana.
La bellezza di opere e ne cito una per tutte, la "pietà" di Michelangelo, ci lascia arricchiti, vero, ma anche confusi con in mano il vuoto, come l'acqua di un torrente che vogliamo possedere.
Quindi la ricchezza dell'arte è nel suggerimento dello stato di solitudine in cui ci lascia. Io come tutti continuo a leggere, dipingere e agire, consapevole che più si conosce, più lo spirituale si dilata, più si è soli.
Condannati quindi alla consapevolezza e alla conoscenza.
Mi ripeto ormai da anni, come mantra un suggerimento Sufi:... TUTTO QUELLO CHE POSSEDIAMO E' TUTTO CIO' CHE NON POSSIAMO PERDERE IN UN NAUFRAGIO.
Meditateci un pò su, se poi non capite o non siete d'accordo..contattatemi, sarò disponibile ad aprire un contenzioso.
L'opera che realizzi è un dono che non ti appartiene.
Se vuoi il meglio da essa impara a guardarla come se non l'avessi fatta tu.
Può accadere che un altro che la osservi la fruisca profondamente, ancora più di te che ne sei stato l'autore.